La manovra pesa sulla casa per 4 miliardi

Patrimoniale, rivalutazione delle rendite catastali, anticipo dell'entrata in vigore dell'Imu (Imposta unica sugli immobili). Voci di possibili misure sulla casa che si sono susseguite quest'estate e che, nell'ipotesi di una prossima eventuale e ulteriore manovra correttiva, sono di nuovo sul tavolo dei tecnici del Governo.

Alla fine, però, il decreto di Ferragosto ha colpito direttamente la casa "solo" per il possibile anticipo del taglio dei bonus fiscali che era già stato previsto dalla manovra di luglio (Dl 98/2011 convertito nella legge 111/2011). Da sola, questa opzione vale 2,4 miliardi a regime, ma la sua applicazione è ancora formalmente in sospeso: diventerà operativa se il Governo non eserciterà la delega fiscale entro il 30 settembre 2012. Ma l'effetto del Dl 138 non si ferma qui: sono infatti numerose le misure che indirettamente vanno a drenare risorse dal pianeta casa, per un gettito che si può stimare tra 1,2 e 1,5 miliardi. E che quindi potrebbero portare l'impatto complessivo della manovra a sfiorare i 4 miliardi.

Innanzitutto l'Iva: l'aumento dell'aliquota ordinaria dal 20 al 21% garantirà circa un miliardo l'anno. In base ai dati Istat sulla spesa delle famiglie, si può infatti calcolare che solo le uscite per l'abitazione – dalla manutenzione ordinaria ai mobili, dagli elettrodomestici ai casalinghi che nel 2010 hanno sfiorato gli 80 miliardi – porteranno un gettito aggiuntivo di oltre 660 milioni. L'aliquota maggiorata sulle compravendite di immobili di lusso (le altre transazioni private sono tassate al 4 o al 10%) e su quelli industriali e commerciali vale poi almeno altri 223 milioni (secondo un'elaborazione di Casa24 Plus e Nomisma su dati Agenzia del Territorio). Il resto del gettito sarà fornito, tra l' altro, anche da parcelle professionali (notai e perizie garantiranno una decina di milioni) e mediazione (solo una ventina di milioni, se non cala il "nero").

Un'altra grossa fetta di gettito potrebbe arrivare dalla lotta all'elusione e all'evasione. Dalla stretta sulle società di comodo e dall'indeducibilità dei costi dei beni concessi in godimento ai soci, la relazione tecnica della manovra conta di ricavare più di 310 milioni: buona parte di questi sono riconducibili agli immobili intestati fittiziamente. Introiti potenzialmente elevati potrebbero poi arrivare dalla collaborazione dei Comuni alla lotta all'evasione, ora incentivati con un rimborso del 100% delle somme recuperate dal Fisco; molti controlli sono infatti riconducibili al mattone, dalle case fantasma agli affitti in nero. Infine, c'è da calcolare anche una quota del recupero delle rate non versate per il condono tombale dal 2003.

Da non trascurare poi altre voci minori ma significative nella complessa struttura della manovra. Il 10% circa del contributo di solidarietà verrà dai redditi da terreni e fabbricati per un gettito di oltre 14 milioni. Così come una quota dell'aumento della tassazione degli utili delle coop si può far risalire all'immobiliare (con un gettito annuo di 8,5 milioni ipotizzando una quota del 15% del totale del fatturato). Nel calderone finiranno anche i maggiori introiti derivanti dalla tasssazione delle rendite finanziarie legate ai fondi immobiliari. Un ulteriore effetto indiretto deriverà – fanno notare dall'Ance – dai tagli a ministeri ed enti locali, che avranno meno fondi per investire in opere pubbliche. Una spinta al mercato invece potrebbe arrivare dalla dismissione del patrimonio pubblico, come nel caso dei beni della Difesa previsto in manovra.
Fonte Norme e Tributi

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